Chi siamo
Sui banchi universitari..la mia esperienza di volontariato
E’ un periodo molto intenso, sia lavorativo, sia associativo, sia personale. Per chi mi conosce sa bene che gli impegni a cui dò la mia parola sono sempre prioritari e non rifuggo mai dallle mie responsabilità: come Presidente, come Sara, come professione, nonostante la stanchezza.
Ed è per questi motivi che sono stata invitata ieri a relazionare su un tema a me caro. Fondamentale. Ho fatto un rapido calcolo ed i numeri, nonostante la matematica non sia una mia passione, non mentono mai.
Sono 36 anni che mi dedico al volontariato. La conoscenza appresa in tante associazioni mi ha permesso un riconoscimento morale ed un’esperienza in molti campi. Tant’è che lavoro in una onlus…dev’essere un virus preso a 20 anni e che ancora alberga in me. Come spesso dico e ci credo fermamente, non si smette mai di imparare.
Ci vogliono: umilità, dedizione, passione, impegno, curiosità, studio, relazione, aggiornamento e dedizione. Riporto sempre le parole di uno dei miei Presidenti: “la differenza la fa il soccorritore quando si arriva in emergenza” ed è proprio così. E’ la persona che al di là dell’associazione da cui proviene, viene riconosciuta per quella che è, per il suo comportamento, per l’esperienza, per la capacità, per come si presenta nei modi di fare e di dire, per l’amicizia, per la stima. La mia mamma diceva che ognuno è la sua carta d’identità. Saggia la mia mamma.
Non più tardi di giovedì, ad una riunione di tavolo comune di quartiere (che seguo da 9 anni) , il segretario ha fatto pubblicamente il mio nome sollecitando il mio aiuto nello stilare il verbale della seduta ed anche ieri mattina è successo sul lavoro.
Ieri pomeriggio ero in Università invitata ad una lezione con gli studenti del primo anno del corso servizio sociale, dalla prof. Giovanna Vendemmia, che si occupa del corso Principi e fondamenti dei servizi sociali, che per me è Giò, ma per i presenti era “la prof…”
Ero insieme a loro ma parlavo a loro e dovevo trasmettere quello che per me, per la mia esperienza è il volontariato. Passione, energia, dedizione ma anche impegno, costanza, volontà. Non sempre è facile, non sempre è tutto rosa proprio perchè ci sono momenti e momenti: della vita personale, del percorso fatto ed a volte di stanchezza. Credo fermamente che quando non si ha più niente da dare si debba fare un passo indietro e riconoscere che è meglio fermarsi. L’ho fatto anch’io anni fà per poi ritornare più energica che mai ad occuparmi di altro..
La sala era gremita di ragazzi anche se in prevalenza femminile. Inizia Giovanna introducendo la tematica di cui avremmo relazionato nel pomeriggio: bimbi, adulti, famiglie, disabilità, vicinanza e bisogni del territorio. Esprime i concetti di passione, relazione. Impariamo da quello che vediamo…e teniamolo sempre presente aggiungo io.
Dopo una breve ma incisiva introduzione ecco che la parla passa a Marilena Velicogna, in doppia veste di volontaria di Liberamente e coordinatrice del progetto Laboratorio Compiti. Elenca la nascita del progetto, i numeri che in 10 anni sono davvero alti. Cita i 17 laboratori compiti in cui si impegnano settimanalmente Associazioni, comitati, scuole, parrocchie. Cosa si fa, come lo si fa, i risultati
Arriva il mio momento. Mi sono scritta appunti perchè da un appunto si deve iniziare…inizio salutando e ..
“ho fatto le magistrali, non ho potuto proseguire, non ho figli ma ho fondato Portos! Che mi ha dato la possibilità di essere in Università per la seconda volta a parlare della mia esperienza e di avere ogni anno di laboratorio compiti dai 10 ai 13 bimbi da seguire”. La vita è una ruota che gira e prima o poi arriva il tuo momento.
Spiego in maniera scherzosa come abbiamo impostato il laboratorio fin dall’inizio quando eravamo io, Andrea e Sabrina e dovevamo inventarci un modo divertente per non tediare i bimbi che già facevano il dopo scuola ed anche al sabato tornavano “a scuola”.
Non è cambiato molto da allora nelle modalità. Sono arrivati nuovi volontari, alcuni sono rimasti, altri hanno terminato quello che avevano da dare, ma restano in contatto perchè, come per i bimbi usciti dal laboratorio negli anni passati, quel filo non si spezza mai, si allenta semmai.
Porto il significato di famiglia a detta dei bimbi. Perchè è bello stare insieme, perchè la diversità è un valore, perchè il sabato dev’essere un momento sia di impegno di bimbi, famiglie e volontari, ma anche un momento di serenità, di ascolto, di abbracci, senza prevaricazioni ( perchè non è una gara a chi è più bravo) senza vergognarsi di ciò che non si sà perchè anche da un bambino puoi imparare tanto.
E un mettersi in discussione importante.. sempre meglio di chi crede di avere in mano tutte le soluzioni o che la sua verità sia unica.
Ascolto, formazione, impegno, costanza tutto viene ricompensato dalla soddifazione per quello che fai, che dai, che ricevi.
I ragazzi fanno un applauso e questo mi rincuora. Se penso a quando frequentavo le Magistrali e che sarei arrivata sui banchi universitari ed i ragazzi di 19/20 anni riconoscessero le mie parole con un applauso..ecco..questo mi fa sentire bene…
Annalisa Rolli, assistente sociale del Comune di Parma dell’area disabilità. Spigliata, sorridente e ben preparata. Ha slide che tracciano la storia della disabilità dal momento in cui veniva declamato come Handicap\Handicappato in senso dispregiativo. Spiega, fra le tante nozioni, che il termine Handicap ha origini nel mondo dell’ippica. A chi era bravissimo proponevano di gareggiare con una penalità, un handicap appunto, competere con la mano sul casco. A dimostrazione che le parole ed i concetti hanno un peso ed un significato.
E traggo un’altro punto che è inserito nel suo intervento “le parole sono importanti, usarle male vuol dire pensare male e pensare male porta a comportarsi al peggio.”
Come dicevo prima si impara sempre qualcosa, sempre.
Salutiamo i ragazzi, che ci scattano una foto ricordo, e torno entusiasta al lavoro. Speriamo di essere stati utili nel loro mondo di conoscenza ed apprendimento.
Fino a Pasqua sò di avere giornate lunghe, ma so che ogni evento, ogni corso, ogni partecipazione arricchisce il mio “zainetto” di conoscenze e questo è per me un grande valore, oltre al riconoscimento personale di competenza, partecipazione, aiuto, confronto, a cui spesso vengo chiamata. Non ho frequentatol’Università ma la vita può essere, tramite l’esperienza, una buona scuola.
Sara